È il caso e non la necessità a far nascere la sette pieghe Damiano Presta. Era il 2001 e fino ad allora avevo sempre lavorato nel settore commerciale delle più importanti aziende al mondo di sete pregiate, ma non ero completamente soddisfatto della qualità dell’accessorio maschile per antonomasia: la cravatta.
Fin dalla prima età della ragione, ho apprezzato mio padre lavorare da sarto, ho amato profondamente la mia terra ed ho aderito all’unica filosofia veramente umana: la bellezza. E una notte d’inverno, davanti al camino, nel silenzio della brace di quercia, ho letto in un libro di Elsa Morante questa frase: “La cravatta è l’ultimo ponte tra l’uomo e la fantasia, l’ultimo fossato tra l’uomo e la barbarie”.
È stata una folgorazione, ho riposto immediatamente il libro e ho scommesso. Ho scommesso sulla forza e sulla capacità di donne e uomini che vivono la difficile terra di Calabria ed ho puntato sulla caparbietà delle loro mani sapienti per produrre nel piccolo borgo medievale di Torano Castello le cravatte per conto terzi, vale a dire per le prime griffe del lusso mondiale. E dopo solo pochi anni, grazie all’esperienza derivata dal produrre per il top mondiale, è nata il punto d’arrivo e la perfezione assoluta: la Sette Pieghe Damiano Presta, il vero trionfo del made in Italy.
E naturalmente per il mio primo showroom ho scelto la sintesi e la summa del genio italico, ho scelto la città eterna, ho scelto Roma.